Si dichiarano pentiti i genitori e la zia di un dodicenne di Sassari tenuto segregato in casa e maltrattato per mesi, la condanna per loro è di 8 anni.
Si è chiusa con la condanna ad 8 anni la vicenda che ha visto protagonista un bimbo di Arzachena in provincia di Sassari tenuto segregato in casa dai genitori e dalla zia. I terribili dettagli emersi a processo.
L’orrore scoperto in provincia di Sassari
I fatti risalgono ai mesi intercorsi tra il 2018 ed il 2019 quando ad Arzachena in provincia di Sassari è emersa una terribile situazione con protagonista un povero bimbo di 12 anni.
Come emerso dalle cronache, il bimbo viveva in una vera “casa degli orrori” in cui maltrattamenti erano all’ordine del giorno.
I genitori infatti, sostenuti dalla zia, avrebbero tenuto segregato il bimbo in una stanza senza miniglia, affinché non potesse uscire né chiedere aiuto.
I particolari agghiaccianti emersi durante l’indagine però non si fermano quì: nella villetta di famiglia avvenivano infatti altri orrori tutti volti ad “educare” il bambino.
I modi discutibili utilizzati dai genitori e dalla zia, comprendevano anche punizioni con docce gelate e privazione del cibo, e ciò avveniva molto spesso come riporta Il Fatto Quotidiano.
La condanna per genitori e zia: “Pentiti”
In seguito all’arresto ed all’avvio del processo i Pm Luciano Tarditi e Laura Bassani avevano inizialmente chiesto una condanna a 12 anni per il reato di sequestro mentre 8 anni per i maltrattamenti.
Tale richiesta era stata ulteriormente ridotta per l’accoglimento del rito abbreviato ma oggi la condanna definita dal giudice di Tempio Marco Contu si è fermata ad 8 anni per i tre imputati.
Secondo quanto dichiarato dagli avvocati della difesa, i tre avrebbero ammesso le colpe e si sarebbero definiti “pentiti”.
Per la zia, considerata la vera “mente” per aver suggerito alla madre succube di lei tali violenze, sarebbe emersa in seguito a perizia una problematica psichica per la quale lei stessa ha dichiarato di essere attualmente in cura.