Uno studio condotto da James Overland e Muyin Wang ha portato a dei risultati incredibili sulla questione dello scioglimento dei ghiacci ai poli del globo terrestre.
Entro l’estate del 2050 al Polo Nord non ci saranno più ghiacci: questo quanto riportato da uno studio di due ricercatori americani, pubblicato sulla rivista scientifica Geophysical Research Letters.
Questi dati sembrano essere frutto di un precedenti ricerche effettuate sullo stato dello scioglimento dei ghiacci: l’estate 2016, ad esempio, ha visto la Calotta Polare Artica rimpicciolirsi come in pochissime occasioni dell’epoca moderna. L’unico periodo di maggiore scioglimento è avvenuto nel settembre 2012.
I risultati dello studio, abbiamo poche speranze
Sono state adottate, per misurare la riduzione, tre diverse metodologie attraverso le quali è prevedere l’evoluzione futura della Calotta Polare Artica. I ricercatori che hanno elaborato queste previsioni sono stati James Overland, del Pacific Marine Environmental Laboratory della NOAA, e Muyin Wang del Joint Institute for the Study of Atmosphere and Ocean.
I risultati dello studio sono decisamente poco incoraggianti e ci fanno già pensare ad un Polo Nord totalmente differente da come lo conosciamo adesso: fino a qualche anno fa fioriva di ghiacci e di specie abituate alle basse temperature, oggi si sta degradando e domani è quasi certo che ogni mastodontico monumento di ghiaccio si sarà riversato nel mare una volta sciolto.
Dal primo al secondo approccio c’è stata la differenza di un decennio
Insomma, non uno scenario dei migliori. I due studiosi, come primo approccio, si sono concentrati sui trend degli ultimi decenni, che ha tristemente fatto venire alla luce una realtà che già si temeva da tempo: la progressiva accelerazione dello scioglimento dei ghiacci artici.
Dunque, è molto probabile che gli studiosi l’abbiano anche portata per le lunghe: la realtà è che, procedendo in questa direzione, secondo i primi “esperimenti” condotti, potremmo ritrovarci “senza ghiacci” già a partire dall’estate dell’anno 2020.
Il secondo approccio dei due esperti è stato di tipo puramente stocastico: hanno scelto di simulare le conseguenze sulla Calotta Artica, facendo un raffronto con altri periodi di riscaldamento al Polo Nord, come ad esempio quello che risale al lasso di tempo intercorso tra il 2007 e il 2012.
Dopo la terza simulazione è stata data una risposta definitiva agli studi
L’intervallo di tempo tra una simulazione e l’altra è stato, per scelta, casuale e avrebbero ottenuto il 2030 come data provvisoria nella quale i ghiacci non saranno più presenti al Polo Nord.
Prima 2020, poi 2030. Sembra quasi che gli studiosi si siano contraddetti, ma, in realtà, ogni approccio ha ottenuto, singolarmente, diversi risultati, che solo alla fine del terzo processo sono stati comparati per ottenerne uno definitivo.
L’ultimo approccio che i due hanno adoperato ha avuto una matrice più matematica: si sono, infatti, serviti di modelli che, mediante l’ausilio di macchine computerizzate, fossero in grado di simulare la reazione della Calotta Polare Artica al riscaldamento planetario. La data fatidica sarebbe risultata il 2040, con un ventennio di slittamento nel caso il cui il Global Warming dovesse improvvisamente subire un rallentamento.
Insomma, facendo una stima approssimativa, la data definitiva, come segnalato all’inizio, sarebbe proprio intorno al 2050.