Lo scioglimento dei ghiacciai non per tutti può essere un problema economico e sociale. Edward Kean, “cacciatore di ghiacci”, si occupa di un business veramente molto particolare. Ecco di cosa si tratta e perché non è un ulteriore problema per l’ambiente e la comunità.
Ogni ciclo di stagioni, accanto all’Isola di Terranova e del Labrador, circolano iceberg enormi ormai in procinto di sciogliersi definitivamente a causa del surriscaldamento della Terra, staccati l’uno dall’altro in enormi zolle ghiacciate. Partono dai ghiacciai artici più a Nord e quindi dalla baia di Baffin in Groenlandia e, seguendo passivamente il flusso delle correnti gelide, sembra proprio che la destinazione sia stata verso Sud.
Il Turismo diventa un business in poco tempo
Le due isole, che assieme danno vita all’omonima provincia orientale canadese, ospitano quindi “il corridoio degli iceberg”, che ha attirato a sé parecchio turismo interessato sia al singolare fenomeno di “migrazione” dei ghiacci che a fotografare la bellezza del terribile preludio della fine.
King’s Point Elliston, Twillingate, Ferryland ed altri paesi non molti grandi, hanno “ripreso” vita proprio grazie a questo afflusso di persone da molti luoghi (anche lontani): appassionati, interessati, curiosi. Tutti si sono radunati per assistere ai ghiacci che attraversano questo “stretto” tra le isole, frutto del “climate change“.
Solo lo scorso anno Terranova e Labrador hanno registrato numeri altissimi di turisti: 500.000 visitatori, lo stesso numero della popolazione già residente nella zona. Il periodo prediletto dagli appassionati è la primavera, alla ricerca di una migrazione ancora “maggiore”, seppur catastrofica per l’ambiente.
La cosa che fa riflettere è questo tipo di politica adottata dall’industria locale, che vede nel turismo denaro, ma che non scorge nello scioglimento sempre più rapido dei ghiacci la fine imminente. Addirittura, i vecchi pescatori, dapprima alla ricerca di fauna marina, sono stati tramutati in “cacciatori di iceberg“.
Edward Kean, 60enne che da anni si occupa di individuare i ghiacci in procinto di migrare a Sud, li frammenta in pezzi di dimensioni più ridotte in tempi molto brevi, trainandoli in porto e vendendo l’acqua ricavata a delle imprese locali che si occupano di imbottigliarla e di venderla, poi, per 12 dollari a confezione.
“Quando arrivano in Terranova sono come foglie cadenti. scompaiono in un paio di settimane e tornano alla natura. Noi non danneggiamo l’ambiente, non togliamo nulla, usiamo solo l’acqua più pura che ci sia”
conclude Edward.