Sciopero davanti alla sede dell’Ilva di Taranto. Il presidente Mattarella incontra il premier: “È in gioco tutto il sistema industriale”
Iniziato lo sciopero indetto dai sindacati per sbloccare la situazione Ilva. Incontro tra Mattarella e Conte.
Sciopero promosso dai sindacati
Dopo il no del gruppo ArcelorMittal allo scudo offerto da Giuseppe Conte, è iniziato questa mattina alle 7 lo sciopero all’Ilva di Taranto, indetto dai sindacati Fim, Fiom e Uilm.
Tre le condizioni chieste dal colosso franco-indiano per fare un passo indietro: la prima è la richiesta di reintroduzione dello scudo fiscale, insieme ad una garanzia scritta che ne vieti la cancellazione. La seconda richiesta è per l’altoforno 2, per il quale ArcelorMittal ha chiesto la possibilità di utilizzo per 14-16 mesi. La terza e più importante è la richiesta di portare a 4 milioni di tonnellate i livelli di produzione, il che provocherebbe l’esubero di 5 mila operai.
Proprio i 5mila operai in esubero sono il punto cardine da cui il premier Giuseppe Conte non sembra voler cedere il passo. Dalle 7 operai e sindacati sono in presidio per chiedere che vengano ritirate le condizioni provocatorie imposte dal colosso.
Incontro tra Conte e Mattarella
Ieri mattina, intanto, si è tenuto un incontro al Quirinale tra il Presidente Sergio Mattarella ed il premier Giuseppe Conte.
Mattarella si è detto molto preoccupato per le sorti del’azienda tarantina, ma anche per le altre aziende italiane, tra cui Alitalia e Whirlpool. Nel corso del colloquio con il premier, il Presidente ha sollecitato Conte a risolvere la crisi in breve tempo:
“È in gioco tuto il sistema industriale italiano”
ha ribadito Mattarella, temendo forse un effetto domino sulle altre aziende italiane in crisi.
Questa mattina, inoltre, il colosso indiano Jindal ha pubblicato un tweet, negando ogni interesse per l’Ilva di Taranto.
“Smentiamo le indiscrezioni secondo cui Jindal Steel & Power potrebbe rinnovare il suo interesse per l’acciaieria di Taranto”
si legge nel tweet.
Restano ancora poco più di 24 ore di tempo, delle 48 concesse da Conte per decidere le sorti e la destinazione degli operai e dell’Ilva.