Annullata la delibera sul taglio dei vitalizi agli ex parlamentari, Paniz soddisfatto
3 voti a favore e due contrari, quelli dei senatori della Lega, Simone Pillon e l’ex Cinquestelle Alessandra Riccardi.
La Commissione Contenziosa del Senato ‘ribalta’ la decisione assunta con la delibera del Consiglio di presidenza che aveva precedentemente deciso il taglio dei vitalizi agli ex parlamentari.
Maurizio Paniz, ex deputato e avvocato, che ha difeso nel ricorso la maggior parte degli ex senatori che hanno presentato ricorso, ha commentato:
“E’ stato ripristinato lo Stato di diritto”.
Lo stesso Paniz spiega che la
“delibera è stata annullata perché ritenuta ingiustificata a fronte della giurisprudenza consolidata della Corte Costituzionale e del diritto dell’Unione europea, in base alla quale di fronte a una situazione consolidata gli interventi di riduzione degli importi devono rispondere a cinque requisiti, nessuno dei quali era stato rispettato dalla delibera”.
Paniz non nasconde la propria soddisfazione:
«una soddisfazione professionale anche sul piano dei rapporti personali che ho intrattenuto con centinaia di ex senatori che ho assistito.
È un risultato che mi ripaga dell’impegno e degli insulti e minacce ricevuti. Io non ho difeso un privilegio ma un diritto».
Annullata la delibera sul taglio dei vitalizi agli ex parlamentari, le reazioni della maggioranza e delle opposizioni
Più cauto il commento del senatore di Forza Italia Giacomo Caliendo, che presiede anche la commissione contenziosa del Senato che
“ha accolto in parte i ricorsi e ha annullato la delibera sui vitalizi in alcune parti”.
Caliendo chiede di aspettare
«di leggere le motivazioni»
per vedere
«se ci saranno eventuali impugnazioni».
Il capo politico del M5s, Vito Crimi sottolinea:
“La Commissione Contenziosa del Senato ha appena annullato la delibera sul taglio dei vitalizi agli ex parlamentari.
Ci provavano da mesi: lo hanno fatto di notte, di nascosto.
È uno schiaffo a un Paese che soffre. La casta si tiene il malloppo”.
In un post pubblicato su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio scrive:
«La commissione contenziosa del Senato ha annullato la delibera sull’abolizione dei vitalizi.
Ma davvero c’è ancora qualcuno che pensa ai vitalizi nonostante un’emergenza di questa portata? Senza parole. Chi pensa di gioire allora non ha capito nulla.
[…] Abbiamo già abolito i vitalizi e non abbiamo alcuna intenzione di ripristinarli».
Il leader della Lega Matteo Salvini a proposito della decisione della commissione Contenziosa di Palazzo Madama sottolinea:
“Il ripristino dei vitalizi per gli ex senatori è una vergogna. La Lega si oppone e si opporrà sempre al ritorno dei vecchi privilegi”.
Su Twitter il segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti scrive:
“Sui vitalizi una scelta insostenibile e sbagliata. La cassa integrazione è in ritardo e si rimettono i vitalizi. Non è la nostra Italia”.
Delibera sul taglio dei vitalizi agli ex parlamentari: quali sono le parti annullate?
È stata annullata la parte della delibera in cui
“si prevedono dei coefficienti di trasformazione che determinano sensibili riduzioni, con incidenza sulla qualità della vita, degli importi di minore entità, senza alcun effetto su quelli di importo massimo”.
Annullata anche la parte in cui si prevedono criteri di correzione di temperamento dei risultati del ricalcolo e non idonei a eliminare le conseguenze più gravi derivanti dall’applicazione del metodo adottato.
Annullata anche la parte della delibera in cui
“applicando gli stessi criteri anche ai trattamenti di reversibilità, non tengono conto del fatto che tali trattamenti sono già stati decurtati rispetto agli assegni diretti del 40% e che l’ulteriore riduzione prevista incide gravemente sulla qualità della vita”.
Il documento rinvia al
“dispositivo definitivo e completo che verrà pubblicato in sede di deposito della decisione”
e si limita a citare le ordinanze delle sezioni unite della corte di Cassazione dell’8 luglio del 2019 che
“hanno riconosciuto sostanzialmente la natura giuridica di pensione all’assegno vitalizio percepito dagli ex parlamentari”
e richiama la sentenza della Corte costituzionale del 5 giugno 2013 (n.116).