A un mese dalla scomparsa di Stefano D’Orazio, storico batterista dei Pooh, emergono dettagli da brivido. Parla Roby Facchinetti.
Di recente il front man dei Pooh, Roby Facchinetti ha concesso un’intervista a FanPage. L’artista ha voluto raccontare gli ultimi progetti e gli ultimi giorni di vita del batterista scomparso a causa di complicazioni da Covid, i dettagli da brivido.
Una morte prematura quella di Stefano D’Orazio, venuto a mancare a soli 72 anni. Una perdita difficile da metabolizzare soprattutto per chi ha viaggiato insieme a lui per oltre 50 anni.
Ancora tantissimi i progetti in cantiere, come Persifal, a cui il gruppo stava lavorando da oltre 2 anni e mezzo.
Il progetto in questione secondo quanto rivelato da Facchinetti, comprende anche tre inediti tra cui il brano ‘Invisibile’. Scritto proprio da D’Orazio, le sue parole oltre che un colpo al cuore hanno il sapore amaro di una ‘premonizione’.
‘Giurami che te ne andrai dopo di me’ dice il testo della canzone, quasi come fosse un testamento. Parole che risuonano forti nella mente del cantante, il quale porta con se ancora oggi, ferite profonde che ‘fanno male’.
Le parole da pelle d’oca di Roby Facchinetti
Il front man dei Pooh, non nasconde il suo profondo dispiacere non solo dell’aver perso un amico, un fratello, ma più di tutto gli ha fatto male sapere che lui fosse completamente solo nei suoi ultimi giorni di vita:
‘gli ultimi giorni della sua vita era lì, abbandonato in ospedale, immagino anche in preda a una sorta di disperazione, perché lui aveva capito benissimo che era senza nessuno’
Parole amare che delineano un tragico destino riservato come ha tenuto a sottolineare l’artista non solo al grande D’Orazio ma anche a migliaia di persone che in questo inferno hanno perso la battaglia per la vita in un ospedale, da soli:
‘Finire la propria vita così, in quel modo, lo trovo tremendamente disumano, nessuno si merita una fine così, quel calvario, concludere la propria vita in quel modo’
ha continuato sull’argomento, ribadendo quanto sia difficile da accettare non poter dare l’ultimo saluto ai propri cari, un qualcosa che ‘non rientra nei nostri limiti umani’.
Il dispiacere del cantante bergamasco
Non avrebbe cambiato lo stato delle cose, conclude sull’argomento Facchinetti, non gli avrebbe restituito il loro amico e compagno di viaggio, ma non averlo potuto salutare per l’ultima volta, è stato devastante.
Pensando a sua moglie Tiziana che di recente ha dovuto dire addio anche al suo caro papà:
‘se a Tiziana – ma vale un po’ per tutti -, avessero dato la possibilità, anche da dietro a un vetro, di vederlo per un ultimo saluto, non avrebbe leso nessuno’
Poi conclude sull’argomento, elaborando altra ipotesi come quella di organizzare ‘una stanzetta, un posto sicuro’ con tutte le dovute precauzioni, al fine di salutare la persona cara, invece di convivere ora anche con questo profondo dispiacere.