La strage di Orta Nova ha lasciato tutti sconvolti. Ora il figlio sopravvissuto racconta il suo dolore e incredulità nel gesto del padre
Triplice omicidio-suicidio a Orta Nova, in provincia di Foggia. Ciro Curcelli, agente di polizia penitenziaria, ha ucciso la moglie e le due figlie di 13 e 18 anni. Struggenti le parole dell’unico figlio sopravvissuto
La strage a Orta Nova
“Ho ucciso mia moglie, ho ucciso le mie figlie. Ora mi uccido. Lascio la porta aperta”
È così che l’agente di polizia penitenziaria, Ciro Curcelli, ha raccontato ai carabinieri nella telefonata che annunciava la sua follia. L’assistente capo ha ucciso la moglie Teresa, le sue due figlie, Miriana e Valentina, di 13 e 18 anni, poi si è tolto la vita.
Dopo aver chiamato i Carabinieri, si è sdraiato sul letto accanto al cadavere della moglie e si è sparato un colpo alla testa. Trovato in fin di vita dai soccorritori, è morto durante il trasporto in ospedale.
Nessun biglietto e nulla che potesse presagire una follia di tale portata. Ma ora la domanda è: perché lo ha fatto?
Le parole del figlio sopravvissuto
L’unico ad essere scampato alla follia omicida di Curcelli è stato il figlio ventiseienne, Antonio. Il ragazzo, da anni, vive e lavora a Ravenna, in una ditta di facchinaggio urla il suo dolore, come si evince dal Corriere della Sera:
“Non avrei mai potuto pensare a una cosa del genere, sono sconvolto”
ha raccontato in lacrime ai militari. Increduli anche i colleghi di Curcelli, che non sembrerebbero aver notato nulla di strano nell’atteggiamento del poliziotto:
“Ci siamo visti venerdì durante il turno di lavoro, sembrava tranquillo. Era taciturno, ma escludo che potesse essere depresso”
ha raccontato un agente. Nessuna avvisaglia, insomma, della follia che si sarebbe verificata di lì a poco. Omicidio-suicidio quello di Orta molto simile a quello di Cisterna di Latina, dove Luigi Capasso, appuntato dei carabinieri, ferì la moglie, poi uccise le due figlie, di 7 e 13 anni, e si tolse la vita.