I giudici scarcerano i tre ragazzi e presentano il diario clinico della vittima, rendendola inattendibile per il fatto raccontato: ecco i dettagli
La vittima dello stupro Circum di Napoli è risultata essere inattendibile, tanto che i tre ragazzi sono stati scarcerati. Ma qual è la verità?
La scarcerazione
Per i giudici del Tribunale del Riesame di Napoli la ragazza presunta vittima di violenza sessuale, all’interno dell’ascensore della Circumvesuviana non è credibile.
I tre ragazzi accusati – Alessandro Sbrescia, Antonio Cozzolino e Raffaele Borrelli – sono stati scarcerati a seguito del deposito delle motivazioni rilasciate che spiegano esattamente cosa abbia indotto i giudici a procedere in tal senso. Il Riesame ha quindi accolto il ricorso dei tre accusati ma non ha valutato solamente le testimonianze e le immagini delle telecamere della videosorveglianza, ma anche i referti medici di tutto ciò che successe in quella giornata.
Il diario clinico
Ma tra le motivazioni della scarcerazione ci sono anche – come si evince da Il Corriere – le condizioni della salute mentale della giovane presunta vittima di violenza sessuale. La ragazza da tempo sta seguendo all’interno di una struttura pubblica un percorso psicoterapeutico.
La lettura della Procura e del Gip viene quindi completamente ribaltata proprio in fase di Riesame, considerando la giovane una
“bugiarda patologica”
Una dichiarazione forte che viene consolidata in parte anche durante i colloqui con gli specialisti, nonostante gli stessi non abbiano confermato la diagnosi clinica.
Durante le sedute di psicoterapia emergono alcune frasi che sono state messe agli atti:
“ho bisogno di attenzione o compassione, altrimenti credono io stia meglio”
Tanto che la denuncia di abuso sessuale viene creduta come una richiesta di attenzioni da parte di qualcuno. Non solo: viene distrutta anche la ricostruzione dei fatti da parte della ragazza.
La conclusione? I tre ragazzi ebbero rapporti sessuali con la ragazza all’interno dell’ascensore ma non fu una violenza sessuale:
“dalla visione delle immagini emerge che non viene attratta con l’inganno”
Evidenziando inoltre che la ragazza aderì volontariamente alla proposta di Sbrescia nel seguirlo all’interno dell’ascensore. Nelle motivazioni si evince inoltre che non ci sono manifestazioni di dissenso, segni di pressione da parte dell’indagato.
Successivamente i tre ragazzi escono dall’ascensore insieme alla ragazza, come scritto tra le motivazioni in base ai video delle telecamere, incamminandosi insieme fino a salutarsi: solo mezz’ora più tardi la ragazza verrà soccorsa vista la sua crisi di pianto.