Anche il trasporto marittimo sta cercando di riconvertirsi ed essere sostenibile, non con qualche difficoltà, data la complessità della progettazione
L’inquinamento ambientale deriva anche dal trasporto marittimo, non solo via terra o aerea. Il trasporto via mare è quello maggiormente impiegato, in quanto oltre il 90% degli scambi mondiali è effettuato via mare. Anche i porti stanno cercando d’adeguarsi alla nuova filosofia green, ma approfondiremo il discorso più avanti. I trasporti marittimi sono in continua crescita e di conseguenza lo saranno anche l’emissioni di gas serra. Inoltre, i carburanti navali contengono fino a 3.500 volte in più di zolfo, rispetto a quelli utilizzati dal trasporto su strada in Europa.
Gli studi e le soluzioni adottate
Secondo le ricerche svolte, si parla di circa 400.000 morti premature all’anno in tutto il mondo dovute all’inquinamento prodotto dai porti e dall’inquinamento delle navi, in particolar modo tra le persone che abitano in prossimità di queste infrastrutture. Un primo passo è il divieto posto dall’Organizzazione marittima internazionale (Imo), d’utilizzare carburanti con un contenuto di zolfo superiore allo 0,5 per cento. Non si parla degli altri inquinanti come gl’ossidi di azoto o gas serra. Questa misura è stata pressa nel 2008, spingendo molti stakeholder del settore a non conformarsi, dato che l’Imo aveva inizialmente posto l’inizio di questo divieto a partire dal 2025.
Un’altra aiuto alla lotta contro le emissioni ed il caro carburante è lo slow steaming, cioè navigare ad una velocità ridotta volutamente. Ad adottare questo comportamento è la danese Maersk, la compagnia più grande di trasporto di container al mondo. Lo slow steaming tuttavia non si adatta bene a tutti i tipi d’imbarcazioni o rotte.
La chiave del problema
L’eliminazione l’uso dei combustibili fossili è il solo modo per ridurre l’impatto ambientale del trasporto marittimo, ma una conversione totale in tempi brevi è pura utopia. Attualmente si utilizza come alternativa ecocompatibile il gas naturale liquido Gnl. Non abbiamo la disponibilità economica per una totale riconversione, si dovrebbe optare per mezzi di nuova costruzione. Un ciclo di produzione di navi richiedono almeno 25 anni, dove ogni singola componente deve essere brevettata e costruita.
Per questo una soluzione attuale è l’uso del Gnl, composto 95% metano che alimenta il riscaldamento globale, che è in grado d’offrire una riduzione del 20-25% delle emissioni di CO2 rispetto al diesel. Si tratta di palliativo, perché comunque la sua convenienza economica rimane solo se la sua richiesta rimane bassa. Un problema che richiede una visuale sul lungo periodo.