Veronica Panarello picchiava e insultava Loris tanto da costringerlo ad avere quasi paura a tornare a casa. Cosa è emerso di così inquietante?
Veronica Panarello è in carcere che si professa innocente per la morte del figlio Loris, ma quello che emerge è veramente sconcertante e la vita di questo bambino sembrava essere un incubo continuo.
La vita di Veronica in carcere
Loris è stato ucciso brutalmente il 29 novembre 2014, trovato da un uomo di passaggio che si accorse di questo piccolo corpicino abbandonato come un rifiuto.
Una madre che ha dichiarato la scomparsa del piccolo, per poi dare tante versioni controverse tra loro e arrivare sino al suo arresto, con l’accusa di omicidio nei confronti di suo figlio.
Ora la sua vita in carcere procede normalmente, tra un lavoretto e l’altro e con poche visite se non quelle dei genitori che continuano a starle accanto. Ma cosa è successo prima ancora che il piccolo morisse strangolato?
Insulti e maltrattamenti su Loris
E’ emerso qualcosa di veramente agghiacciante, che ha lasciato inquirenti e utenti senza parole. Prima ancora che avvenisse il tragico omicidio, i compagni di Loris pensavano che la mamma fosse “una pazza”, come più volte definita.
Molti genitori dei compagni di classe hanno infatti rilasciato alcune testimonianze, dichiarando di come la madre più di una volta lo insultasse davanti a tutti.
Una delle dichiarazioni ha fatto emergere un rapporto burrascoso tra madre e figlio:
“mio figlio mi ha riferito che loris gli ha confidato di non stare volentieri con la mamma”
Evidenziando di aspettare il padre, perché lei era solita ad insultarlo e picchiarlo. Un bambino che trovava tanto calore e amore solo tra le braccia del suo papà, Davide Stival.
Anche i vicini di casa hanno confermato quanto sopra, dichiarando che spesso e volentieri si udivano le urla della Panarello che insultava Loris con parolacce e oggetti che sbattevano per terra.
Sono 194 le pagine di accusa dove sono state trasferite tutte le testimonianze e dettagli macabri, come le sue ultime ricerche sui motori internet da cellulare: “Bimba non si sente bene, la baby sitter la picchia a sangue” oppure “ Modica, perde il figlio che ha in grembo – momenti di tensione al maggiore”.