Sono arrivati i risultati della perizia del consulente della famiglia di Viviana e Gioele che potrebbe portare alla svolta, cosa è emerso?
Cambiano le premesse fino ad ora assodate nel giallo di Caronia: a causare l’incidente potrebbe essere stato il furgoncino e non l’auto di Viviana e Gioele. Le nuove prove.
La famiglia di Viviana e Gioele chiede rispetto e giustizia
La famiglia di Viviana Parisi e del piccolo Gioele Mondello si è battuta fin da subito per cercare la verità su quanto accaduto alla dj di Caronia scomparsa il 3 agosto scorso.
Sono compatte le due famiglie, quella del marito Daniele Mondello e quella del papà Luigino nell’affermare che la 43enne non avesse manifestato problemi mentali gravi.
Per tale motivo non accettano l’ipotesi dell’omicidio-suicidio: Viviana non avrebbe mai fatto del male al suo bimbo di 4 anni che adorava.
Di diversa opinione è la Procura che porta a sostegno dell’ipotesi i certificati medici trovati nella sua auto.
A puntare il dito contro le indagini condotte con superficialità è ancora Daniele Mondello che vorrebbe risposte sul perché il furgoncino coinvolto nell’incidente sia stato sequestrato dopo giorni.
La nuova incredibile perizia: cambia tutto lo scenario del Giallo di Caronia?
I legali delle due famiglie di Viviana, Nicodemo Gentile e Paolo Venuti concordano nell’affermare che l‘incidente in galleria Turda sulla A20 che ha preceduto la scomparsa della dj e del bimbo non sia stato lieve come si era detto in un primo momento.
Dalle fotografie emerse si notano sia i segni delle frenate che le fiancate delle due vetture: da quello che si deduce l’impatto potrebbe essere stato grave.
Una nuova perizia, eseguita da Carmelo Costa e Giuseppe Monfredda sul furgoncino coinvolto potrebbe essere la chiave per arrivare ad una svolta.
Da quanto riferito dal legale potrebbe essere stato il furgone ad impattare contro l’auto di Viviana mentre cercava di inserirsi sulla corsia di sorpasso.
Il furgone da come è emerso era in movimento al momento dell’impatto.
Inoltre dalla perizia emerge una nuova verità sul posizionamento di Gioele in auto:
“Il seggiolino non era utilizzabile quindi Gioele era seduto da un’altra parte nell’auto.”
Inconcepibile per gli avvocati di Daniele è l’ennesimo ritardo nelle indagini: il furgone degli operai, unici testimoni di quanto accaduto nella galleria e subito dopo, sarebbe stato riparato in alcune parti.
“Fortunatamente nella porta coinvolta nell’incidente non aveva subito riparazioni quindi abbiamo potuto effettuare le nostre analisi”
E’ il commento dei due periti riportato anche da Il Giornale di Sicilia.
Il Procuratore di Patti nel frattempo assicura che prenderà gli elementi emersi in seria considerazione ma che i tempi sono prematuri per delle ipotesi certe.