L’attivista Zaky resta in carcere in Egitto: il Tribunale ha respinto la richiesta di scarcerazione. Il ragazzo provato e pallido.
Il giovane studente dell’Università di Bologna, Patrick George Zaky, finito in carcere in Egitto, ha raccontato dei maltrattamenti subiti durante la prigionia.
Zaky resta in carcere: Tribunale rigetta richiesta
Il giovane attivista Zaky resta in carcere. È quanto deciso nella giornata di ieri dal Tribunale egiziano, che ha rigettato la richiesta di scarcerazione.
L’udienza, durata appena dieci minuti, ha visto la presenza di 4 diplomatici, due italiani e due svedesi. Presenti anche due diplomatici oltreoceano, uno statunitense ed uno canadese.
Le accuse per il giovane attivista Zaky sono di rovesciamento del regime al potere. Colpa pesantissima che potrebbe costare allo studente 25 anni di carcere o, nella peggiore delle ipotesi, anche l’ergastolo.
Il prossimo 22 febbraio è prevista un’altra udienza in Tribunale, durante la quale i giudici decideranno se prolungare o meno la detenzione di Zaky.
La testimonianza dell’attivista durante l’udienza
Durante il conferimento nell’aula di Tribunale, il ragazzo ha raccontato del periodo di prigionia.
“Mi hanno bendato per 12 ore e picchiato, ma io non ho fatto nulla”
ha detto il ragazzo, visibilmente provato.
Come riporta anche Tgcom24, gli avvocati lo avrebbero interrogato sulla sua Organizzazione no profit e riguardo i post pubblicati su Facebook, ma l’attivista ha continuato a proclamarsi innocente per tutto il tempo dell’udienza.
Quando si è reso conto che in aula ci fossero anche degli italiani, gli ha sorriso ed ha salutato calorosamente. La prigionia in Egitto sarebbe davvero dura.
Al termine dell’udienza in Tribunale, i legali dello studente si sono detti molto delusi, visto che avevano davvero sperato in un esito positivo.
Il giovane si trova ora in una stazione di polizia a Talkha, dopo una settimana nella stazione di Mansura-2. Tra 6 giorni ci sarà una seconda udienza, per chiedere di nuovo la scarcerazione del ragazzo.